Pagine

lunedì 15 giugno 2015

FESTA POPOLARE 2015

CERCO L’ESTATE TUTTO L’ANNO…
Festa Popolare della Zona 5
19, 20 e 21 GIUGNO 2015
Anche quest'anno, sotto il portico dei Talenti, all'interno del Parco Cascine Chiesa Rossa, tre giorni di musica, spettacoli, dibattiti, cucina popolare e molto altro promossi da più di 30 realtà della Zona.


Il portico del Circolo dei Talenti si trova all'angolo tra Via San Domenico Savio e Via Chiesa Rossa (tram 3 e 15, bus 79, MM2 Abbiategrasso).


PROGRAMMA FESTA POPOLARE 19-21 GIUGNO 2015

VENERDì
h. 18 apertura festa e corteo musicale per il quartiere
h. 20.30 in Biblioteca, inaugurazione mostra fotografica sulla Via d’acqua ed ex Darsena con interventi e dibattito
h. 22 musica: La Dieresi (pizziche e tarantelle)

SABATO
h. 11 dibattito: Ius solis e Ius sanguinis con E. Rodari e Valter Boscarello a cura di Baia del Re
h. 17.30 dibattito: Stop TTIP e documento di Milano con E. Molinari a cura di Rossosispera e GAS Radici
h. 20 danze africane a cura di Assileassime
h. 21 proiezione di filmati sull’America Latina e i migranti latinoamericani a cura di Unilatinos
h. 22 ZAM Hip hop Lab

DOMENICA
h. 11 lezione aperta di Tai Chi Chuan a cura di Francesco Flora
h. 16 laboratorio danze africane per bambini a cura di Assileassime
h.17 canzoni per bimbi a cura di Sergio Calcagnile
h.17.30 sotto il portico della biblioteca, laboratorio per bambini a cura di Profiqua
h.17.30 dibatto: La buona scuola è quella che lotta a cura di Archivio Primo Moroni, Free Festival e libreria Calusca City Lights

h. 19.30 tavola rotonda: Nessuna mucca da mungere: autogestione, spazi sociali, beni comuni e iniziative dal basso. Le esperienze del Circolo dei Talenti, dei ragazzi di Gratosoglio e del Collettivo Villalta, a cura di retecinque

Via d'acqua ed ex Darsena

VENERDì 19 GIUGNO h. 20.30
all'interno della Festa Popolare 2015
Biblioteca Chiesa Rossa, Via San Domenico Savio 3

inaugurazione della mostra sulla EX DARSENA
con interventi e dibattito



La Darsena di Milano (qui in una foto degli anni ‘50) costituisce un ambiente fondamentale per la comprensione della natura e della storia della città. I lavori di riqualificazione, fatti in occasione dell’Expo, hanno suscitato reazioni favorevoli da parte di molti, che vi hanno visto “finalmente qualcosa di buono fatto dalla giunta Pisapia”. Ma hanno anche suscitato perplessità e contrarietà da parte di molti, tra cui noi, per cui riteniamo opportuna qualche considerazione.
1)             La maggior parte di chi si è espresso favorevolmente ha usato due argomenti: il primo era: “ma prima era peggio, disordinato e sporco”. Argomento inconsistente dal momento che la proposta sostenuta dai critici non è “lasciare tutto com’era” ma è “andava fatto un lavoro culturalmente e filologicamente  corretto” cioè conservazione dei manufatti fondamentali con rispetto dei valori storici.
2)             Il secondo argomento è stato: “Ma adesso è bello”. “Bello” è un termine troppo generico. La valorizzazione di un ambiente ricco di storia come la Darsena di Milano richiedeva il rispetto di alcuni criteri legati al ruolo che quell’ambiente ha avuto per secoli nella storia cittadina e del ruolo che deve mantenere nella maturazione delle coscienze degli abitanti. In questo caso il “bello” nuovamente prodotto appare ispirato non alla Storia di Milano, quanto piuttosto a una delle icone del turismo internazionale (il lungosenna parigino, forse) e ha portato a ricostruirne un centinaio di metri. Qualche buquiniste ne ha già preso atto. Forse “bello”, fruibile come parco,  ma culturalmente inutile. Spreco di risorse.
3)             L’idea da contestare, in verità, è quella dei cosiddetti “giacimenti culturali”. Il patrimonio culturale, artistico, storico di un Paese deve avere la funzione di contribuire a costruire la personalità di chi vive in quella comunità (nativo o straniero che sia) per farne persone più colte, più sensibili, più creative, in grado di acquisire nuove competenze, di esercitare mestieri di elevata professionalità, di esprimere la propria maturazione con nuove creazioni. Il patrimonio culturale non può essere concepito come materiale da sfruttare come merce per un turismo mordi e fuggi, che paghi un biglietto senza ricavarne alcuna maturazione reale, costruendo così per chi vive in quella comunità un destino da usciere precario.
4)             In questi giorni assistiamo a un altro analogo spreco: la Pietà Rondanini viene tolta dall’ambientazione BBPR al Museo del Castello dove veniva, come punto di riflessione e di scoperta, alla fine di un percorso di 200 anni di storia della scultura lombarda. Un percorso costellato da alcuni episodi formidabili della storia milanese (l’arca di Barnabò Visconti, le sculture della vecchia Porta Romana, la lastra tombale di Gastone di Foix, lo stesso Gonfalone della città), momenti che varrebbe la pena di illustrare meglio uno per uno. La Pietà verrà ora collocata in una stanza solitaria nell’ex Ospedale spagnolo: si paga il biglietto, si guarda e si esce. Si incasseranno magari tanti soldi da turisti frettolosi ma probabilmente nessuno avrà imparato niente.
5)             Pur nel grave marasma e le molte superfetazioni da eliminare l’ambiente della Darsena era costituito da due ambiti distinti: L’antica Darsena e la Piazza XXIV maggio, quella dalla quale partono le manifestazione della May Day.
Nell’ambito Darsena esistevano: la confluenza di due grandi canali navigabili; lo specchio d’acqua che ha costituito il punto centrale del sistema dei Navigli e che fino all’inizio del Novecento costituiva l’ottavo porto italiano per tonnellaggio; un tavolato ligneo (recentemente scoperto) della prima darsena milanese risalente forse all’anno mille (prima della prima Darsena del 1177); un settore residuo delle mura spagnole; un vecchio mercato rionale di foggia tradizionale; il raccordo con la Conca di Viarenna sul canale (parzialmente coperto) che permetteva il traffico tra la Darsena e la Cerchia dei Navigli (ora interrati). Questa Conca risale al 1400 (prima dell’arrivo a Milano di Leonardo e da lui studiata).
Piazza XXIV maggio era un grande piazzale disordinato (ma che nel tempo aveva comunque raggiunto una propria fisionomia) con alcuni elementi storicamente significativi distribuiti in modo casuale e in mezzo a un traffico caotico. Questi elementi erano: un grande albero centenario piantato alla fine della Prima guerra mondiale; due caselli daziari; l’Arco di Porta Ticinese, monumentale opera del Cagnola; un tradizionale apprezzato chiosco del pesce.
6)             Vediamo ora le trasformazioni imposte ai due ambienti. La Darsena: la mancanza di indicazioni più precise non permette di dire se lo specchio  d’acqua è stato modificato o mantiene tutta l’ampiezza precedente; l’assito dell’antica darsena è stato ricoperto totalmente; del raccordo con la conca di Viarenna rimane un ponticello e un semicerchio di cemento (per fortuna il resto, la parte più brutta, è sotto il livello dell’acqua); le mura spagnole sono coperte da anonime mattonelle rosse; il vecchio mercato è stato demolito e ricostruito su una parte della banchina dell’ex porto: il resto delle banchine dell’ex porto è stato pedonalizzato e appare destinato  a contenere molte  iniziative economiche (bar, ristoranti, ecc) di cui alcune già in costruzione, anche con strutture precarie galleggianti. Le strutture fisse sono di un incomprensibile colore verde scuro di cui nella storia di Milano non c’è traccia; su tutto incombe un enorme cubo nero come supporto di uno spazio televisivo promozionale.
In questo ambito ci sono comunque alcuni elementi parzialmente positivi: la riapertura di un breve tratto (20/30 metri) del deflusso del canale Ticinello; la riscoperta dell’antico Ponte delle Gabelle sul Ticinello; l’edificazione di un ponte sospeso pedonale, all’altro capo della ex Darsena.
La piazza, poi, è ancora più desolata di prima e di difficile attraversamento anche pedonale e soprattutto senza coerenza interna e senza collegamento logico con il circondario; l’albero centenario resta isolato in una piccolissima aiuola; i caselli daziari appaiono sperduti tra incongrue rotaie tranviarie; l’arco del Cagnola è ridotto a spartitraffico; il nuovo tratto del Ticinello resta tronco e senza giustificazione; il Ponte delle Gabelle difficilmente riconoscibile come tale, accostato a una specie di grande tombino circondato da alte balaustre in metallo in cui scompare il Ticinello; il chiosco del pesce è quadruplicato. Resta un grande piazzale su due livelli lastricato con grandi pietroni.
7)             Che cosa si sarebbe dovuto o potuto fare? tentiamo qualche esempio, non un progetto alternativo ma solo qualche idea per esemplificare:
alla Darsena si sarebbe dovuto conservare il riferimento alla caratteristica di porto fluviale di una grande città commerciale. Un esempio possibile avrebbe potuto essere la trasformazione dell’Antico porto di Genova realizzata da Renzo Piano, dove quanto possibile è stato conservato e rinnovato e si sono inventati nuovi elementi che, per funzione o per aspetto, rievocano la struttura precedente (l’acquario, il Bigo, il museo del Mare). Anche nel caso milanese le nuove strutture (poche e coerenti, compreso mercato e qualche posto di ristoro) avrebbero dovuto rievocare antiche strutture, mostrare funzioni e simbologie significative, ecc.. Si poteva, per esempio trasferire qui il Museo e Biblioteca d'Arte Marinara "U. Mursia" oggi sacrificato a Palazzo Morando; una scuola di canottaggio, o altro; si sarebbe dovuto valorizzare il tratto delle mura spagnole rimaste, anziché seppellirle sotto un anonimo nuovo muraglione; la ricopertura dell’antico assito era una disposizione del Conservatorio archeologico, vista l’impossibilità di conservarlo adeguatamente, ma poteva esserne mantenuta una traccia, un riferimento, almeno un pannello illustrativo, una segnaletica ecc.); analogamente doveva essere meglio indicato il collegamento con la Conca di Viarenna se fosse stato impossibile ricostruirlo davvero. Indispensabile sarebbe almeno un passaggio pedonale (strisce bianche) per rendere possibile l’attraversamento dell’infernale viale D’Annunzio per permettere di raggiungere la Conca di Viarenna.
Per di più, se quel che era un porto aveva meno problemi di sicurezza contro eventuali cadute in acqua, questo che è diventato un passeggio per famigliole dovrebbe aver previsto protezioni e dispositivi per poter risalire in caso di caduta accidentale in acqua.
La nuova piazza è ancor peggio risolta. Le manca un minimo di unità logica, una credibile omogeneità funzionale, un collante storico. Si sarebbe potuto, magari, cambiargli l’infausto nome di celebrazione di un’atroce guerra (meglio sarebbe riscoprire la pace e l’accoglienza dedicando la piazza alle “nuove vittime del mare”, i migranti da Paesi distrutti). Si sarebbe potuto far scorrere le rotaie dei tram e gli attraversamenti automobilistici solo sul lato orientale e su quello meridionale della piazza, ottenendo così un grande spazio da piantumare a verde riunendo in un’unica area l’albero centenario, l’arco del Cagnola, almeno uno dei caselli, il Ponte delle Gabelle, la pescheria, l’attuale piazzale lastricato (ex mercato) sfruttando eventualmente i due diversi piani per costruire un piccolo anfiteatro, e magari prolungare di una decina di metri il tratto scoperto del Ticinello rendendolo più coerente e restituendo al Ponte delle Gabelle un aspetto di ponte di transito,  e, visto che le sue dimensioni sono eccessive per la funzione solo pedonale che ora avrebbe, si sarebbe potuto collocare sul Ponte stesso anche il Trionfo del Fuentes (un monumento che prima stava su un altro ponte della stessa sponda e che ora sta in qualche deposito del Comune).
Anche a non voler interrare il tratto di via D’Annunzio, qualche arredo opportuno (due tettoie sopra i passaggi pedonali, per esempio) avrebbe potuto indicare un collegamento con corso di porta Ticinese e piazza san Eustorgio.
8)             Come si è giunti all’attuale risultato?
La progettazione è stata affidata a tecnici interni al Comune senza ricorrere a professionisti esterni, e questo è certamente positivo. E’ però evidente che il progetto è stato influenzato -se non fatto direttamente derivare- da quello previsto all’epoca in cui si voleva realizzare sotto la Darsena un parcheggio (progetto fortunatamente sventato) e dall’adesione ideologica degli amministratori alla teoria dei “giacimenti culturali”.
E’ comunque mancata, soprattutto nella fase progettuale, un’aperta consultazione del pubblico che si è trovato di fronte a un semplice rendering poco valutabile e sul quale non era possibile intervenire; il cantiere, poi, è stato sempre rigorosamente chiuso e invisibile: poche visite parziali e frettolose sono state concesse a rappresentanti della cittadinanza ma delle loro osservazioni non si è tenuto nessun conto. Neppure il Comitato spontaneo che si è costituito ha trovato ascolto da parte delle istituzioni cittadine responsabili del progetto, anche perché ha impostato la sua azione non sulla ridiscussione “dell’ipotesi culturale” sottesa al progetto, ma solo sulla contestazione di elementi puntuali considerati inaccettabili (il carattere del lastricato, l’odore del pesce, l’invadenza delle nuove dimensioni della pescheria, la scarsa agibilità del mercato rispetto al quartiere di via San Gottardo, e simili).

Inoltre il Comitato ha puntato soprattutto sulla possibilità di ottenere dalle autorità cittadine ascolto e variazioni del progetto indicendo alcune assemblee di informazione del pubblico ma sostanzialmente rinunziando a una reale mobilitazione che avrebbe richiesto iniziative ampie, pubbliche e incisive e lo stesso comitato No Expo non ha saputo intervenire in questo ambito (che pure nasceva in collegamento con Expo di cui doveva inizialmente costituire il punto d’arrivo delle Vie d’Acqua).

LA BUONA SCUOLA è QUELLA CHE LOTTA

DOMENICA 21 GIUGNO h. 17
all'interno della festa popolare
dibattito promosso da Archivio Primo Moroni, Free Festival, Libreria Calusca City Lights


Assileassime per la festa popolare 2015


ASSOCIAZIONE CULTURALE ASSILEASSIME
MANO NELLA MANO TRA ITALIA E AFRICA
DANZA, MUSICA, CULTURA, SCAMBIO, INTEGRAZIONE


Anche quest'anno ASSILEASSIME sarà presente alla FESTA POPOLARE
non mancate ai nostri appuntamenti:


SABATO ore 20
LEZIONE APERTA DI DANZA AFRICANA CON PERCUSSIONI DAL VIVO
Un maestro energico e divertente, direttamente dal Togo, farà ballare proprio tutti!
Il ritmo dei tamburi riempirà il parco e sarà un richiamo irresistibile. Lasciatevi andare, saltate con noi: fa bene al corpo e allo spirito! La lezione gratuita è aperta a tutti coloro che hanno voglia di ballare e avvicinarsi alla tradizione africana, con il maestro Dotcha, con l'energia del Togo e le percussioni dal vivo.

DOMENICA ore 16
ANIMAZIONE, DANZA/GIOCO PER BAMBINI CON PERCUSSIONI AFRICANE
La danza è un gioco che piace a tutti i bambini del mondo!
Con “zio marrone” si balla, si canta e si gioca in un girotondo colorato che abbraccia Europa e Africa.  
Bambini non mancate: ci sarà anche un'esibizione sui trampoli e  giochi di fuoco!

SABATO e DOMENICA da noi potete anche gustare uno stuzzichino togolese: platano fritto piccante!


Saremo presenti anche con il nostro banchetto che propone ARTIGIANATO TOGOLESE: bigiotteria, tessuti, abbigliamento, ecc., il ricavato sostiene il lavoro degli artisti del Centro Assileassime du Togo (Lomè).


I BENI COMUNI NON SI SGOMBERANO!

DOMENICA 21 GIUGNO h. 19.30
all'interno della Festa Popolare
Tavola rotonda su:
NESSUNA MUCCA DA MUNGERE:
autogestione, spazi sociali, beni comuni e iniziative dal basso.
Le esperienze del Circolo dei Talenti, dei ragazzi di Gratosoglio e del Collettivo Villalta.
A cura di retecinque

Qui sotto (in sintesi) la storia del Circolo dei Talenti.

I BENI COMUNI NON SI SGOMBERANO!
Due anni e mezzo di storia, anche se condivisa da migliaia di persone, non significa automaticamente che sia tutto chiaro e che quel che si racconti corrisponda al vero. Abbiamo la necessità, quindi, di ripercorrerla nelle sue tappe salienti per evitare falsità, mistificazioni e “macchine del fango”.

LE CASCINE CHIESA ROSSA
Per molti anni sono stati un luogo degradato e abbandonato. Necessitavano di una profonda ristrutturazione. Negli anni ’80 e ’90 nasce il Comitato Cascine Chiesa Rossa, fondato da Walter Leverano. Si è battuto per anni per ottenere che il Comune di Milano trovasse le risorse per ristrutturare le cascine. Voleva che quell’area diventasse il centro e il polo d’attrazione della Zona 5. Si è battuto per evitare mire speculative che in tempi lontani, di volta in volta, si sono affacciate. Forse leggenda metropolitana, forse realtà, trent’anni fa si ventilò che la stilista Krizia fosse interessata alla cascine che farci un ristorante e poi che lo stesso progetto lo avesse la Comunità Saman.
Dopo tanti anni, molti progetti e infinite battaglie, il Comitato Cascine Chiesa Rossa, riuscì a ottenere dal Comune di Milano, l’impegno e le risorse economiche per ristrutturare tutto il complesso all’interno del parco, all’angolo tra le vie San Domenico Savio e Chiesa Rossa. Per prima arrivò la biblioteca della Zona 5 che si spostò da Via Boifava per trovare ospitalità nella cascina che si affaccia sulla Via San Domenico Savio. La biblioteca nasce 11 anni fa. Oggi è uno spazio ampio, bello, accogliente, frequentato da molti studenti e cittadini della zona. Inoltre, in questi anni, è stata gestita in modo accogliente e inclusivo, così molte realtà e associazioni culturali della zona hanno potuto promuovere iniziative al suo interno.

IL BANDO DEL COMUNE
Poco meno di 3 anni fa, la giunta Pisapia appena insediata a Palazzo Marino, attraverso l’allora assessore al Demanio Lucia Castellano, pubblica un bando commerciale a rilancio d’asta. L’area interessata dal bando commerciale è quella del portico della cascina di fronte alla biblioteca e un piccolo locale attiguo che può essere usato come bar. Diverse attività commerciali partecipano al bando e, oltre a queste, anche una onlus attiva in Zona 5 già da molti anni: l’associazione Antigua. Il meccanismo del rilancio d’asta fa sì che i commercianti si facciano bene i conti in tasca e si diano rapidamente alla fuga. L’area viene così assegnata ad Antigua Onlus che stipula una convenzione con il Demanio del Comune di Milano. L’accordo prevede un affitto mostruoso: circa 2.000 Euro al mese. L’associazione Antigua, a differenza dei commercianti, non sa fare bene i conti, decide di rischiare e accetta l’accordo con il Comune. L’affitto diventa ben presto un problema anche perché il portico è all’aperto e quindi è molto frequentato in primavera e in estate, ma più o meno deserto quando fa freddo. In inverno funzionano solo i pochi mq di bar che però sono largamente insufficienti a coprire i 2.000 Euro al mese di affitto.

IL CIRCOLO DEI TALENTI
L’associazione Antigua onlus dà vita al Circolo dei Talenti per gestire il portico e il bar che ha avuto in gestione dal Comune di Milano. Si insedia alla fine di dicembre del 2012 e in primavera lo spazio inizia a essere molto frequentato. Merito di due aspetti fondamentali: il luogo è molto bello e piacevole da frequentare e il Circolo dei Talenti è decisamente accogliente. Non applica logiche commerciali e nemmeno quelle tipiche delle associazioni che limitano l’ingresso ai soli soci. Chiunque può frequentare il portico, si può sedere ai tavoli senza che sia richiesta la consumazione. In poco tempo si sparge la voce e i cittadini diventano centinaia. Si passa il tempo al parco, sotto il portico e, se si vuole, si può consumare qualcosa al bar che ha prezzi popolari. Famiglie con bambini, giovani, studenti che non trovano abbastanza spazio in biblioteca, anziani che giocano interi pomeriggi a carte; lo spazio del Circolo dei Talenti diventa un vero e proprio punto di riferimento per una socialità non mercificata. Non c’è obbligo di iscriversi al Circolo dei Talenti. Si può frequentare il portico e il bar anche senza essere soci. Nonostante ciò, il primo anno (2013), gli iscritti all’associazione saranno più di 1.200.

IL PROGETTO DEL CIRCOLO DEI TALENTI
Quando ci si trova nello stesso luogo, si ha il vizio di parlare e confrontarsi. Molti frequentatori del portico scoprono così che hanno gli stessi bisogni. In questo modo, per esempio, nasce il campus estivo autogestito nel 2014. Si avvicinano le vacanze estive, le scuole chiudono e i genitori hanno il problema di dove tenere i propri figli durante il giorno. L’autogestione è il modo per rispondere a questa esigenza. I genitori fanno i turni e per 45 giorni organizzano le attività per quasi 25 bambini dai 4 ai 10 anni di età. Il tutto avviene a costo zero per le famiglie. I genitori devono solo impiegare un po’ di tempo per coprire i turni. Questo è possibile perché, come sempre, il Circolo dei Talenti non chiede loro alcun contributo e ospita il campus per le ultime due settimane di giugno e per tutto il mese di luglio, dalla mattina al tardo pomeriggio. Il campus può realizzarsi senza alcuna spesa e quindi non è necessario nemmeno alcun finanziamento. Costo zero per le famiglie che vi partecipano, costo zero per l’amministrazione a cui non viene richiesto alcun sostegno economico. Questo è stato il “modus operandi” del Circolo dei Talenti per tutti i 2 anni e mezzo in cui ha operato sotto il portico all’interno del parco Cascine Chiesa Rossa. Se vuoi fare delle iniziative, le puoi fare, baste che ti organizzi e le autogestisci. Se vuoi (e puoi) darai un contributo in denaro al Circolo, altrimenti potrai dare il tuo sostegno in altro modo, per esempio aiutando a tenere pulito lo spazio. Si lavora sulla responsabilità e la cosa funziona bene.
Quello che manca sono i 2.000 Euro al mese per pagare l’affitto. Il bar a prezzi popolari, l’assenza di obbligo di consumazione, la possibilità di fare iniziative senza dover corrispondere un contributo per l’affitto, determinano il fatto che Il Circolo dei Talenti non “guadagni” abbastanza per pagare l’affitto. L’attività che svolge però non è di tipo commerciale, come prevede la convenzione stipulata con il Comune di Milano, ma è di tipo sociale, aggregativo e culturale. In breve tempo il portico dei Talenti sarà la sede di tantissime iniziative promosse da associazioni, comitati, collettivi e realtà informali della zona 5. Diventerà anche un punto di riferimento per molti giovani, alcuni dei quali daranno vita alla ciclofficina FAM e sede di distribuzione per il GAS Radici (gruppo d’acquisto solidale) e tutt’ora, il luogo dove, 2 volte al mese la Confederazione Italiana Agricoltori, promuove il mercatino agricolo dei produttori. Oltre a questo, un gruppo di volontari tiene delle lezioni gratuite d’inglese.
Il progetto del Circolo dei Talenti attira l’attenzione proprio perché è capace di sviluppare un senso di comunità in zona. Se ne accorge l’Università Cattolica che promuoverà un questionario tra i frequentatori del circolo e poi un vero e proprio studio scientifico con relativa pubblicazione.

IL RAPPORTO CON IL COMUNE DI MILANO
E’ sempre stato piuttosto conflittuale. Dopo circa sei mesi dalla convenzione tra Antigua onlus e Comune di Milano, l’Annonaria ha fatto una multa al Circolo. Contestava il fatto che le attività “circolistiche” non dovevano essere visibili dall’esterno. Il Circolo dei Talenti però sorge sotto un portico che è anche un bene architettonico tutelato e quindi è impensabile che possa essere chiuso e reso non visibile ciò che ci si fa all’interno. Quello che allora contestava Antigua onlus era come fosse possibile che il Demanio firmasse una convenzione e l’Annonaria la contestasse. In sostanza, l’associazione Antigua chiedeva che il Comune di Milano avesse una sola voce e decidesse prima che cosa e in quale forma si potesse fare sotto il portico. La richiesta non è stata accolta, tanto che quella multa è ancora soggetta al ricorso presentato da Antigua onlus. Per evitare di incorrere in ulteriori sanzioni, la soluzione è stata trovata da Antigua onlus, la quale, l’estate scorsa, ha dato vita a una cooperativa sociale di tipo A e B. In questo modo riusciva a soddisfare le richieste dell’Annonaria, del Demanio, senza incorrere in sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate. La nascita della cooperativa sociale ha comunque avuto un costo che è stato sostenuto per intero dall’associazione Antigua onlus.
Il problema che è esploso negli ultimi mesi è la morosità. L’associazione Antigua non è riuscita a sostenere la spesa di 2.000 Euro mensili e ha così accumulato un debito importante con il Comune di Milano. Recentemente ha proposto un piano di rientro con rateizzazione che però il Demanio non ha nemmeno preso in considerazione. Il Demanio ha proceduto con la pratica di decadenza della concessione fissando per il 6 luglio 2015 il termine per restituire le chiavi. In pratica, il 6 luglio il Comune di Milano sgombererà l’associazione Antigua onlus e con essa il Circolo dei Talenti dal parco Cascine Chiesa Rossa.

2 PESI, 2 MISURE
Lo abbiamo detto più volte. Non chiediamo nulla di diverso da quello che già si applica, anche in Zona 5. La parrocchia di Via Neera, per esempio, ha il campo da calcio che sorge su un’area demaniale e per questo corrisponde un affitto al Comune di Milano. L’affitto è stato recentemente rinnovato e dato che alla parrocchia viene riconosciuto il valore sociale delle attività che svolge, il prezzo è contenuto. Per 5.630 mq, infatti, la parrocchia paga 141 Euro all’anno. Il Circolo dei Talenti, invece, paga 24.000 Euro all’anno per 600 mq. Se si applicasse la stessa tariffa al mq della parrocchia, l’affitto del Circolo dei Talenti dovrebbe essere di 12 Euro all’anno. Tra 12 e 24.000 c’è una bella differenza!
Un altro esempio è rappresentato dagli accordi tra Comune di Milano e Arcidiocesi per quanto riguarda proprio il complesso delle Cascine Chiesa Rossa. Tutta l’area e gli edifici, inclusa la Chiesa Santa Maria alla Fonte, sono di proprietà del Comune di Milano. I soldi spesi per la ristrutturazione, infatti, sono stati sborsati dal Comune. Nel 2009 Comune e Arcidiocesi stipulano una convenzione per il diritto di superficie. In sostanza, il Comune dava all’Arcidiocesi di Milano la possibilità di utilizzare la Chiesa Santa Maria alla Fonte e l’edificio adiacente in cui vivono i frati francescani per 50 anni senza alcun costo. In cambio, l’Arcidiocesi si impegnava ha ristrutturare l’ultimo immobile che necessita di intervento. Si tratta di quello che viene definito anche nelle mappe catastali come il “rudere”. Il “rudere” doveva essere ristrutturato dall’Arcidiocesi e consegnato al Consiglio di Zona 5. Doveva diventare uno spazio per iniziative culturali. Doveva. Perché l’Arcidiocesi è in ritardo di quasi 3 anni sulla consegna. L’accordo sul diritto di superficie stabilisce chiaramente che se non fosse stato rispettato, la convenzione sarebbe decaduta, ma non ci risulta che né Comune di Milano (demanio), né Consiglio di Zona 5, abbiamo protestato o chiesto lumi sui ritardi nella ristrutturazione del “rudere”.
Non solo il Circolo dei Talenti dovrebbe essere sgomberato, ma anche la Chiesa, visto che non rispetta gli accordi con il Comune. Ovviamente però, per il Circolo dei Talenti la cacciata è prevista il 6 luglio, mentre per i Francescani non è né prevista, né ipotizzata.

LE PROPOSTE DI MEDIAZIONE (ignorate da Comune e CDZ 5)
Per sostenere il Circolo dei Talenti a gennaio 2015 è nato un Comitato composto da più di 20 realtà della zona 5 e da molti cittadini/utenti del portico. La prima iniziativa promossa è stata una raccolta di firme e in due settimane ne sono state raccolte più di 2.500. Il Comitato in sostegno al Circolo dei Talenti ha richiesto anche l’istituzione di un tavolo con la partecipazione del Comune di Milano e del Consiglio di Zona. Da gennaio a giugno 2015 questo tavolo si è riunito due volte. In queste occasioni il Comitato ha avanzato delle proposte per risolvere la questione. L’importante, secondo noi, è mantenere il carattere pubblico, aperto e pluralista del portico. Garantire a realtà e cittadini la possibilità di continuare a fare iniziative e poterlo fare senza costi. Chiediamo cioè una continuità con il “modus operandi” del Circolo dei Talenti. Le proposte a cui non è mai seguita una risposta sono state essenzialmente due:
1)   Partendo dall’esperienza delle Case delle associazioni e del Volontariato gestite dal CIESSEVI (Centro Servizi per il Volontariato), abbiamo chiesto che anche per il portico dei Talenti si potesse procedere in modo simile. Le Case delle Associazioni e del Volontariato sorgono in locali di proprietà del Comune di Milano e sono gestite dal CIESSEVì. L’assegnazione al CIESSEVì non è certo avvenuta attraverso un bando e il CIESSEVì garantisce la gestione coinvolgendo le associazioni del territorio. Nonostante un contesto simile, nessuno, né Comune, né Consiglio di Zona 5, ci ha spiegato perché non è possibile applicare qualcosa di simile per il Circolo dei Talenti.
2)   Non avendo avuto risposta, abbiamo avanzato una seconda proposta. L’idea è quella di trasferire la “proprietà” del portico dal Demanio del Comune al Consiglio di Zona 5. Il CDZ 5 s’impegna ha stilare una delibera che istituisce un Comitato di Gestione. Come per le Case delle Associazioni e del Volontariato e per i “vecchi” CTS (Centri Territoriale Sociali), ora conosciuti come CAM, il Comitato di Gestione dovrebbe essere composto da 3 persone nominate dal Consiglio di Zona 5 e 4 elette direttamente dall’utenza. Il Demanio ha fatto sapere che è disponibile a cedere la competenza del portico e del bar al Consiglio di Zona, ma anche per questa proposta siamo ancora in attesa di risposta.

PERCHé NO AL BANDO SOCIALE
Comune di Milano e Consiglio di Zona 5, in questi mesi hanno sempre ripetuto che vogliono procedere con un bando sociale. L’affitto non sarà più dovuto perché è previsto un contratto con 3+3 anni gratuiti per attività sociali. Perché siamo sempre stati contrari al bando sociale? Perché è una sorta di privatizzazione. Al bando partecipano diverse cordate, una vince e le altre perdono e sono escluse. Noi pensiamo che il portico dei Talenti sia uno spazio sufficientemente ampio per accogliere tutte le iniziative che vengono proposte. Perché si deve scegliere tra un’attività per anziani e una per disabili? Una per famiglie e una per studenti? Tra il tango e la mazurca? Il portico non ha funzionato così in questi 2 anni e mezzo. Ha accolto tutte le proposte ed è infatti diventato un bene comune per tante persone della zona 5. Inoltre, riteniamo che proporre un bando per cooperative sociali, onlus e associazioni che preveda 6 anni di affitto gratuito per lo spazio bar e il portico relativo, rischia di attirare l’attenzione del “mondo di mezzo”. Rappresenterebbe, infatti, un bell’affare per chi, con l’etichetta del no profit, potrebbe invece realizzare grandi profitti e proporre un’iniziativa commerciale. Il bene comune così scompare. Uno spazio pubblico sarebbe di fatto privatizzato. I cittadini che hanno frequentato il Circolo dei Talenti e il portico non avrebbero alcuna garanzia di poterlo ancora fare e di poterlo fare senza dover “consumare” o spendere soldi.

LE MUCCHE DA MUNGERE
Come abbiamo detto in tutto questo tempo non abbiamo mai avuto risposte da parte delle istituzioni (Comune e Consiglio di Zona 5). L’assessore Benelli non l’abbiamo proprio mai vista, nonostante abbia la responsabilità del Demanio e quindi sia “la padrona di casa”. Anche ai tavoli con Comune e CDZ 5 non si è mai presentata, ma ha mandato un funzionario. La sensazione è che le istituzioni vogliano in qualsiasi modo tornare in possesso delle chiavi, anche con uno sgombero, come è previsto per il prossimo 6 luglio. Una volta rientrati in possesso potranno fare un bando sociale, anche perché la sensazione è che la cordata vincente sia già pronta. Recentemente siamo intervenuti in Consiglio di Zona 5, ma, nonostante la richiesta di esprimersi e confrontarsi, nessuno dei consiglieri di zona è intervenuto o ha messo all’ordine del giorno la questione. Tutti zitti, come se rispondessero a un ordine preciso. In quasi tre anni, infatti, il Consiglio di Zona 5 non ha mai discusso della questione “Circolo dei Talenti”. E’ cosa nota che diverse realtà che operano nel sociale e nel cosiddetto Terzo Settore e altre associazioni impegnate in ambito culturale siano indispettite delle tante iniziative che si svolgono sotto il portico del Circolo dei Talenti. Potremmo sbagliarci, ma la sensazione è che ci siano poteri forti interessati a quel portico e le istituzioni sono pronte a consegnarglielo.


mercoledì 10 giugno 2015

ANCHE SE VOI VI CREDETE ASSOLTI...

…SIETE LO STESSO COINVOLTI.
Giovedì 11 GIUGNO alle h. 18 in Via Tibaldi 41, il Comitato in sostegno al Circolo dei Talenti interviene al Consiglio di Zona 5. Partecipate numerosi!!!