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giovedì 6 agosto 2015

Sul "carteggio" Benelli/Rizzo

PRIVATIZZATORI, ASSESSORI FANTASMA E QUAQUARAQUà

Una premessa è d’obbligo. Da mesi ci battiamo per difendere un bene comune: il portico all’interno del parco cascine Chiesa Rossa nella zona Sud di Milano. Lo abbiamo fatto prima costituendo un comitato per sostenere il Circolo dei Talenti che lo ha gestito per quasi 3 anni, poi, formando un Comitato PER la gestione condivisa del portico Chiesa Rossa denominato SOTTO IL PORTICO.
Ci battiamo per difendere un bene comune, il portico, e quindi lottiamo per evitare che il settore Demanio del Comune lo privatizzi.
Gli echi di questa lotta devono essere giunti fino a Palazzo Marino visto che, dopo mesi di silenzio assordante da parte di tutti i consiglieri comunali, Basilio Rizzo ha scritto all’assessore Benelli, responsabile del Demanio e quindi del portico Chiesa Rossa, invitandola a riflettere sull’eventualità di mettere a bando, oltre a un piccolo locale di 25 mq anche il portico di 600 mq.

A fine luglio, l’assessore Benelli ha risposto a Basilio Rizzo e questo ci consente di fare alcune considerazioni.

1)   Noi l’abbiamo inseguita per anni. Invano. Non l’abbiamo vista ai tavoli tecnici con il Comune di Milano perché ha sempre delegato un funzionario a rappresentarla. Non l’abbiamo incontrata nemmeno alla Biblioteca Chiesa Rossa quando, nel gennaio scorso, l’Università Cattolica e il Circolo dei Talenti promuovevano un convegno invitando lei e altri assessori del Comune di Milano. Le abbiamo scritto, inviato i documenti che come Comitato PER le gestione condivisa del portico Chiesa Rossa abbiamo discusso. Le abbiamo chiesto di riceverci per farle presente la nostra richiesta e cioè che il bando NON comprendesse anche il portico. Niente. Mai una risposta. Poi le scrive Basilio Rizzo, presidente del Consiglio Comunale e nel giro di pochi giorni gli risponde. La considerazione che facciamo è che l’assessore Benelli deve essere rimasta culturalmente legata alle gerarchie tipiche delle caste indiane. A differenza di Basilio Rizzo, infatti, un comitato di semplici cittadini evidentemente, secondo l’assessore, non merita una risposta. L’assessore ci fa tornare in mente Alberto Sordi ne “Il marchese del Grillo” quando dice: “io sono io e voi non siete un cazzo”. Peccato. Avevamo capito che questa doveva essere la giunta che promuoveva la partecipazione. Evidentemente ci siamo sbagliati. L’assessore Benelli non è l’unica colpita dalla sindrome da Marchese del Grillo. Anche i “privatizzatori” del Consiglio di Zona 5 si sono ben guardati dal confrontarsi con noi in queste settimane. Hanno annunciato la nascita di un comitato di gestione per organizzare le attività sotto il portico, ma nessuno l’ha mai visto o sentito. Nel frattempo, noi proseguiamo a presidiare il portico e a promuovere iniziative come le feste, il cineforum, le danze popolari attraverso lo strumento che ci siamo dati e cioè SOTTO il PORTICO – Comitato PER la gestione condivisa del portico Chiesa Rossa.
2)   L’assessore, nella risposta a Basilio Rizzo dice che: “abbiamo recepito negli ultimi mesi il messaggio del quartiere e l’importanza che lo spazio ha assunto per loro”. Come? Nessuno, nonostante le reiterate richieste, l’ha mai vista o incontrata. Forse vuole dire che ha letto i documenti che le abbiamo inviato, ma crediamo che abbia fatto almeno un po’ di confusione perché noi abbiamo chiaramente detto che non volevamo che il portico venisse messo a bando e chiedevamo che il bando sociale riguardasse solo lo spazio al chiuso di 25 mq da adibire a servizio bar/ristoro. Per aggiungere confusione, l’assessore ha avuto la bella idea di chiamare il bando “Progetti Sotto il Portico” lasciando credere che ci sia una continuità tra il Comitato PER la gestione condivisa che si è appunto chiamato SOTTO IL PORTICO e il bando predisposto dal Comune di Milano. Non è assolutamente così perché noi ci siamo battuti per evitare che il bando sociale includesse anche il portico.
3)   Perché sosteniamo che l’assessore Benelli sia confusa? Sempre nella lettera di risposta a Basilio Rizzo, l’assessore dice: “il comitato di autogestione costituitosi ha più volte ribadito che non è possibile separare lo spazio chiuso vero e proprio da quello del portico”. Non capiamo a cosa si riferisca. Non capiamo a quale comitato faccia riferimento. Se si riferiva a noi (SOTTO IL PORTICO – Comitato PER la gestione condivisa del portico Chiesa Rossa) cogliamo l’occasione per ribadire chiaramente che non abbiamo MAI detto una cosa simile. Anzi, affermiamo esattamente il contrario. Per difendere un bene comune, per consentire a centinaia di persone di poter continuare a frequentare il portico senza tessere o consumazioni obbligatorie, per poter continuare, come in questi 3 anni, un’esperienza di autogestione, di condivisione e di DECISIONE sulle iniziative da promuovere, IL PORTICO NON DOVEVA ESSERE MESSO A BANDO.
4)   Per rassicurare sulle benevoli intenzioni del Demanio, l’assessore scrive che “il progetto (di chi si aggiudicherà il bando…) dovrà garantire la maggior fruizione possibile da parte del quartiere e delle sue realtà aggregative”. NON CI HA RASSICURATTO AFFATTO. Anzi. Ci ha (purtroppo) confermato che la giunta Pisapia ha intenzione di privatizzare un bene comune. Il problema non è garantire la maggiore fruizione perché anche un’attività commerciale mascherata da sociale tende a garantire la maggior fruizione possibile. Il problema è COME avviene la fruizione e CHI decide cosa si fa sotto il portico. Se il portico viene assegnato a un unico soggetto vincitore di un bando, COME e CHI lo deciderà solo chi vince il bando. La gestione del portico quindi non sarà più condivisa. Per questo diciamo che un bene comune sarà, di fatto, privatizzato, proprio perché sottratto alla gestione collettiva e affidato a un vincitore o a una cordata di vincitori.
5)   Sempre in tema di rassicurazioni che non rassicurano, ma, al contrario, fanno venire i brividi, l’assessore Benelli scrive che “tra i criteri validi per il punteggio finale” del bando si terrà conto delle modalità di coinvolgimento del territorio, qualità e ampiezza dell’eventuale partenariato e prospettive di collaborazione o sinergie. Badate bene, non dice che sono condizioni INDISPENSABILI per partecipare al bando, ma solo che serviranno per avere più punti, quindi delega questi concetti a chi parteciperà al bando. Vogliamo rassicurare noi l’assessore. Sotto il portico, perfino in queste settimane di caldazza estiva, c’è già il rapporto con il territorio, le ricadute e il coinvolgimento. I cittadini della Zona 5 garantiscono tutto ciò autogestendo questo spazio. Il vostro bando, che purtroppo include il portico, rappresenta un ostacolo a tutto ciò.
6)   Infine, nel carteggio Benelli/Rizzo si parla della ristrutturazione di quello che viene definito il RUDERE, ovvero l’ultimo pezzo ancora da sistemare del complesso Cascine Chiesa Rossa. L’assessore cita l’accordo per il diritto di superficie stipulato nel 2009 tra Comune e Arcidiocesi di Milano, ma, anche in questo caso, sembra non aver letto bene. Quell’accordo, firmato davanti a un notaio, prevede che l’Arcidiocesi possa occupare la Chiesa Santa Maria alla Fonte e la casa canonica per 50 anni senza pagare. In cambio, l’Arcidiocesi doveva provvedere a sue spese a ristrutturare il rudere per poi consegnarlo al Consiglio di Zona in modo che diventasse uno spazio a disposizione dei cittadini. L’assessore dice che: “L'Arcidiocesi di Milano ha comunicato che l’iter  autorizzativo presso la competente Soprintendenza  si è concluso nel novembre 2014; e che conseguentemente la stessa Arcidiocesi ha provveduto ad indire una gara d’appalto per l’aggiudicazione dei lavori di restauro”. Se legge bene, l’assessore Benelli potrebbe scoprire che i tempi previsti dall’accordo erano molto diversi. L’Arcidiocesi avrebbe dovuto concludere l’iter autorizzativo più di 3 anni fa e se non avesse rispettato questa scadenza, la convenzione tra Comune e Arcidiocesi sarebbe decaduta. Non ci risulta però che il settore Demanio abbia dichiarato decaduta la convenzione perché non sono state rispettate le regole e nemmeno che abbia sollecitato l’Arcidiocesi al rispetto dei tempi. L’Arcidiocesi dice che la colpa del ritardo è da imputare alla sopraintendenza che ha rilasciato i permessi in ritardo. Ma qualcuno, cioè il settore Demanio, ovvero l’assessore Benelli, ha chiesto all’Arcidiocesi quando ha avviato l’iter dei permessi? Qual è il progetto di restauro? Quando verrà terminato? Sempre l’accordo del 2009 tra Comune e Arcidiocesi, infatti, prevedeva che il rudere restaurato venisse consegnato nella mani del Consiglio di Zona 5. E i “privatizza tori” del Consiglio di Zona 5 si sono attivati per avere una risposta dall’Arcidiocesi? O aspettano solo che il miracolo si compia, anche se in ritardo di anni?
Anche questa vicenda, purtroppo, ci induce a un’amara constatazione: le regole ci sono, ma non valgono per tutti. Se sei una onlus o una piccola realtà di quartiere e non riesci a pagare un affitto oneroso il Demanio ti sgombera, come è avvenuto il 6 luglio scorso al Circolo dei Talenti. Se sei l’Arcidiocesi, il Demanio non ha fretta.





SOTTO IL PORTICO
Comitato PER la gestione condivisa del portico Chiesa Rossa