Non temiamo nemmeno la pioggia perché siamo sotto i portici delle cascine!
Venerdì dalle 17.30 alle 24
Sabato dalle 11 alle 02
Domenica dalle 10 alle 24
Parco Cascine Chiesa Rossa - Via San Domenico Savio 3 - MM2 Abbiategrasso
Pagine
mercoledì 11 giugno 2014
Festa Popolare - il programma della 3 giorni
PROGRAMMA FESTA POPOLARE 2014
VENERDì 13 GIUGNO
h. 17.30 Lezione aperta di rugby a cura di Chicken Rugby
Rozzano.
h. 18 Danza/gioco per bambini con percussioni, trampoli e
mangiafuoco a cura di Assileassime.
h. 19 reading poetico e laboratorio di origami a cura di
associazione Radix.
h. 20 CABARET
h. 21 CONCERTO: San Brulli (Irish Folk) a cura di Gratosoul.
h. 21 “L’expo mangia la terra” tavola rotonda a cura di
Rossosispera.
SABATO 14 GIUGNO
Per tutto il giorno sarà presente la ciclofficina FAM per
preparare le bici di chi vuol partecipare alla biciclettata di domenica
mattina. Anche durante la biciclettata, la ciclofficina FAM seguirà il percorso
fino alla cascina Basmetto e ritorno.
h. 11 “L’associazionismo in zona 5: com’era, com’è, come
sarà? A cura della Biblioteca Chiesa Rossa.
h. 12 riconoscimento alberi del parco a cura del circolo
Zannabianca di Legambiente.
h. 14 laboratorio di teatro a cura di associazione Radix.
h. 14.30 ”Autocostruisci il tuo mostrillo” laboratorio per
bambini accompagnati dai genitori a cura di Serpica Lab.
h. 14.30 “La scuola e i suoi strumenti” dibattito a cura di
Free Festival scuola bene comune.
h. 16 Circo Oblak a cura di Milano Clown Festival.
h. 16.30 visita guidata alla Chiesa S. Maria alla Fonte a
cura di associazione Borea.
h. 17 “Il sentiero dei colori” laboratorio artistico per
bambini dai 4 ai 9 anni a cura di BDT 4 Corti e Proficua.
h. 17.30 “La poesia è politica?” reading aperto a tutti e dibattito
a cura di Archivio Dedalus e “I Mille Volti”.
h. 17.30 Lezione aperta di Capoeira a cura del gruppo
Capoeira Angola Mae.
h. 18 CONCERTO: Meglio Soul (soul) e Metano’s di Luciano
Castelluccia (tarantella del Gargano) a cura di La Macere.
h. 21 Ballamenti Silent Disco: #ballaballa in cuffia con 3
colori per 3 dj, tutto rigorosamente in silenzio a cura di alterAzioni
h. 24 ITALIA – INGHILTERRA proiezione su maxischermo della
partita dei mondiali di calcio in Brasile.
DOMENICA 15 GIUGNO
h. 10 biciclettata con partenza dal parco cascine Chiesa
Rossa fino alla cascina Basmetto e ritorno a cura del Comitato Basmetto e
Ciclofficina FAM.
h. 11 lezione aperta di thai chi a cura di Gratosoul.
h. 12 riconoscimento alberi del parco a cura del circolo
Zannabianca di Legambiente.
h. 14 “Intreccia il tuo costume da bagno” laboratorio per
bambine e adolescenti a cura di Serpica Lab.
h. 14.30 “E’ possibile procurarsi cibo bio a prezzi
competitivi?” dibattito a cura di Gas Radici.
h. 15 Laboratorio di percussioni africane per bambini,
ragazzi e adulti a cura di Assileassime.
h. 16 Truccabimbi e laboratorio di pittura a cura di
associazione Radix.
h. 16.30 dimostrazione di Boxe a cura della Palestra
Popolare Hurricane.
h. 17 laboratorio di compostaggio per bambini a cura di
Alterazioni in collaborazione con OIKOS e Legambiente.
h. 17 Lezione aperta di danza africana con percussioni per
adulti a cura di Assileassime.
h. 17.30 “Il razzismo delle povertà” dibattito a cura di
Free Festival scuola bene comune.
h. 18 CONCERTO: Mitoka Samba.
h. 19.30 “Via Larga 12”, performance teatrale.
h. 20 Chiesa Rossa in Swing: boogie & lindy a cura di
alterAzioni e ASD Boogie Milano.
h. 21 “E’ qui la festa? Sopravvivere a tasse, SIAE e
burocrazia. Le nostre proposte affinché i parchi siano davvero un bene comune”,
tavola rotonda.
Comitato Basmetto
Seconda Festa Popolare
Domenica
15 giugno 2014
… come vele dispiegate si va …
… pedanavigando e chiacchierando nelle nostre risaie
tra piste ciclabili presenti e future …
una passeggiata in bicicletta nei nostri parchi
per continuare a tutelare campi e cascine
- ore 10,00 partenza dal Parco Cascine Chiesa Rossa,
via S. Domenico Savio - piazza Abbiategrasso: la storia che vive nella
cascina urbana: la chiesetta, la biblioteca, il Circolo dei Talenti e lo spazio
verde …
- ore 10,30 Parco
Ticinello e cascina Campazzo: le marcite, le lucciole e l’allevamento di
bovini in città.
- ore 11,00 Parco Agricolo delle risaie e Cascina
Basmetto: le risaie e i cavalli, aironi e cicogne dove Milano ha
posto il suo Grato –Soglio. Chiacchierata con gli agricoltori e con il Comitato
Basmetto, testimonianza di cittadinanza attiva.
- ore 11,30 Parco delle
Risaie la chiesetta San Marco: semplicemente un gioiello!
- ore 12,00 Parco delle Risaie e Cascina Battivacco: risaie,
cavalli, mucche e tante cose da scoprire nella fattoria didattica
- ore 12,30 Parco
Della Conca Fallata: attraversamento del parco alla scoperta delle piste ciclabili
- ore 13,00 ritorno al Parco Cascine Chiesa
Rossa: arrivo alla Festa Popolare di Rete5 per il pranzo comune e
prosecuzione della festa.
In collaborazione con la Ciclofficina
FAM c/o Circolo dei Talenti, sabato 14, nel corso della Festa ,sarà possibile
trovare un aiuto per la messa a punto delle bici.
Il comitato organizzatore declina tutte le
responsabilità, ogni partecipante sarà pienamente responsabile della propria
passeggiata, i minori dovranno essere accompagnati.
venerdì 6 giugno 2014
Free Festival - scuola bene comune
Il Free Festival delle bambine e dei bambini - scuola bene comune, propone, in occasione della Festa Popolare 2014. due appuntamenti:
SABATO 14 GIUGNO h. 14.30 all'interno della Biblioteca Chiesa Rossa, il dibattito "Strumenti per una scuola diversa - dal Senza Zaino al Tablet"
e
DOMENICA 15 GIUGNO h. 17.30 all'interno della Biblioteca Choesa Rossa, il dibattito "Il razzismo delle povertà".
Maggiori informazioni le trovate qui:
http://www.inventati.org/apm/scuola/ffestival2014_2
SABATO 14 GIUGNO h. 14.30 all'interno della Biblioteca Chiesa Rossa, il dibattito "Strumenti per una scuola diversa - dal Senza Zaino al Tablet"
e
DOMENICA 15 GIUGNO h. 17.30 all'interno della Biblioteca Choesa Rossa, il dibattito "Il razzismo delle povertà".
Maggiori informazioni le trovate qui:
http://www.inventati.org/apm/scuola/ffestival2014_2
Milano Clown Festival
SABATO 14 GIUGNO alle h. 16 il Milano Clown Festival propone lo spettacolo "Circo Oblak" all'interno della Festa Popolare 2014
Rossosispera
Informazioni sulla
tavola rotonda “L’Expo mangia la terra”,
promossa da Rossosispera nell’ambito della Festa popolare al Parco Chiesa Rossa
Venerdì 13
giugno, alle 21
alla
Biblioteca Chiesa Rossa
(via San Domenico Savio 3; M2 p. Abbiategrasso, 15, 3,
79)
L’Expo
mangia la
terra
Il titolo parla
chiaro.
L’Expo, nato con il
fascinoso e importante progetto di “nutrire il pianeta” ha via via perduto le
sue ambizioni per trasformarsi in una vetrina delle multinazionali
dell’industria agroalimentare e in una concreta occasione di speculazione
edilizia che ha requisito oltre mille ettari di una della più fertili terre del
pianeta.
Con il corollario
delle tangenti erette a sistema.
L’Expo ha tradito
la sua promessa iniziale basata sulla promozione di un’agricoltura
ecosostenibile e di vicinanza. Di un’agricoltura che avrebbe potuto fare
dell’area milanese un esempio per il mondo, mettendo a frutto la vicinanza di
un grande centro di consumo come Milano con una fertile area agricola che vede
ancora la presenza, all’interno del Parco Sud, di cascine in piena attività.
Malgrado gli
appetiti speculativi non tutto è perduto.
Renata Lovati,
contadina alla cascina Isola Maria, porterà al convegno promosso da Rossosispera la concreta testimonianza
di quel ch’è possibile fare per “nutrire il pianeta” con un’agricoltura di
qualità a kilometri 0.
La tavola rotonda
sarà introdotta e coordinata da Luca
Martinelli, giornalista di “altreconomia”.
Ci sarà il contributo di Massimo Gatti,
consigliere provinciale della Lista “Un’altra
provincia”, che ha sempre seguito le politiche del territorio a tutela
dell’ambiente, della salute e dell’agricoltura.
Parteciperà anche Luca Trada del comitato “No Expo” che conosce in particolare le
vicende legate all’evento.
Infine avremo il
contributo di Basilio Rizzo,
presidente del Consiglio comunale di Milano, la città che ospita l’Expo,
coinvolta nell’organizzazione della mainifestazione.
Per maggiori
informazioni sull’argomento, alleghiamo un articolo di Luca Martinelli (“L’Expo
mangia la terra”, lo stesso titolo del nostro convegno), apparso sul numero
di aprile di “altreconomia”.
L'Expo mangia la terra
Il
2015 è l’anno internazionale dei suoli. Lo ha deciso la Fao, dandosi anche obiettivi
precisi: l’International Year of Soils dovrà aumentare la consapevolezza degli
attori della società civile e dei decision makers sul ruolo fondamentale che i
suoli hanno per l’esistenza dell’uomo e per garantire la sicurezza alimentare.
Se solo “Nutrire il pianeta, energia per la vita” fosse un
programma -e un progetto- culturale, e non solo un claim
pubblicitario, la Fao avrebbe giocato un bell’assist all’Expo, l’Esposizione
universale che si dovrebbe aprire a Milano il primo maggio 2015.
Agricoltura e suolo, però, sono due termini e due concetti che non s’incontrano mai lungo e il cardo e il decumano artificiali che taglieranno il “pesce galattico”, la piastra Expo, che ha occupato -e urbanizzato- un’area verde a forma di pesce di quasi 100 ettari, nel Nord-ovest di Milano. Eppure dovrebbero camminare a braccetto. È “suolo” la parola scomoda, “quella cui Expo ha scelto di non dare importanza, una dignità” come spiega il professor Paolo Pileri, che al Politecnico di Milano insegna Progettazione urbanistica e Usi del suolo ed effetti ambientali. “Ciò che viene urbanizzato è perso per sempre -aggiunge Pileri-. Quei terreni agricoli non produrranno più cibo. Mai più”. Se ne è discusso, in questi termini, all’ultima Global Soil Week (globalsoilweek.org), promossa a Berlino da un panel di cui fanno parte la Commissione europea e numerose agenzie Onu, ma tra le sette proposte del Comitato scientifico del Comune di Milano per l’Expo (www.comitatoscientifico-expo2015.org) il suolo non trova posto. Ci sono “alimentazione e stili di vita”, “innovazione della filiera agroalimentare” e “cibo e cultura”, ma nulla che spieghi come possa esistere l’agricoltura a prescindere dai campi, da terreni agricoli coltivati. Questo perché altrimenti il Comitato -di cui fanno parte delegati dei rettori delle sette università di Milano- avrebbe dovuto riflettere anche su quel suolo che Expo ha cancellato: i conti, però, sono già stati fatti, e riguardano -in particolare- le tre opere più impattanti che nel dossier di candidatura erano indicate come “connesse ad Expo”. Sono le tre autostrade lombarde, Pedemontana, BreBeMi (Brescia-Bergamo-Milano) e Tangenziale Est esterna di Milano.
In tutto, andranno ad occupare 1.634 ettari. Di questi, solo 258 erano suoli già urbanizzati. Meno di un quarto rispetto ai ben 1.090 ettari di terreni agricoli (ben 220 dei quali verranno “sottratti” alla Provincia di Monza e Brianza, che ha già superato il 55% di superficie antropizzata, record italiano).
A questo calcolo vanno aggiunti anche 202 ettari di suoli naturali o seminaturali.
Si tratta, in larga parte, degli ultimi boschi contigui alla Brianza, come quello della Moronera, tra Lomazzo e Turate, in provincia di Como, che -come documentammo su Ae 147- ha lasciato il posto a un ottovolante autostradale, lo svincolo d’interconnessione tra la Pedemontana e l’A9. Un singolo albero assorbe, ogni anno, tra i 20 e i 45 chilomgrammi di CO2.
“Nel Nord Milano un bosco conta più di un terreno agricolo. Perché coltivare in quelle zone non irrigue è più difficile” spiega Damiamo Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia. Quella descritta da Di Simine è una misurazione qualitativa, che fa riferimento al concetto di Land Capability Classification (LCC), e a una Carta regionale che descrive la Capacità d’uso dei suoli. Le “classi” sono otto, e le prime quattro indicano i suoli adatti all’agricoltura: “A Sud di Milano la qualità è ottima, cioè appartiene alle prime due classi, dov’esiste il Parco agricolo Sud Milano, ma mantiene le stesse caratteristiche anche ad Est, nella zona di Bussero, Gorgonzola, Melzo” spiega Paolo Pileri.
Proprio all’Est milanese fanno riferimento la grande foto in apertura e le due che illustrano queste pagine, scattate tra settembre e dicembre 2013 sui cantieri di BreBeMi e Tangenziale Est esterna di Milano. A partire dall’analisi della LCC e della dieta tipo di un italiano adulto, Paolo Pileri ha calcolato che “ogni ettaro sottratto all’agricoltura, in quest’area, comporta il venir meno della capacità di produrre cibo per soddisfare l’esigenza di sei persone”. A ciò si aggiunge, anche, un danno economico: l’impermeabilizzazione dei suoli -spiega ancora Pileri- “modifica la capacità del territorio di rispondere agli agenti atmosferici: il ‘valore’ del drenaggio dell’acque realizzato da un ettaro di suolo agricolo o naturale -secondo le analisi presentate all’ultima Global Soil Week- equivale a un costo di 6.500 euro all’anno”.
Sommando 1.090 ettari di terreni agricoli e 202 di suoli naturali “coperti” dal cemento delle autostrade, e almeno 80 ettari dell’area che ospiterà Expo tra Milano e Rho (e che erano terreni agricoli in classe III e IV, secondo la Capacità d’uso dei suoli) fanno un costo di gestione delle acque non più assorbite pari a circa 9 milioni di euro all’anno.
Viene da chiedersi se chi ha disegnato i progetti delle grandi infrastrutture sul territorio lombardo abbia utilizzato la Carta della Land Capability Classification o solo quella del “reportorio degli usi del suolo”. Entrambe si trovano sul sito dell’Ersaf (l’Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste, ersaf.lombardia.it). La seconda -DUSAF, destinazione d’uso dei suoli agricoli e forestali- è stata alla base del calcolo quantitativo realizzato da Stefano Salata, ricercatore del Politecnico di Milano e co-autore con Silvia Ronchi -per il Centro di ricerca sui consumi di suolo (www.consumosuolo.org)- dell’approfondimento sull’impatto delle infrastrutture Expo: “Abbiamo calato il disegno delle infrastrutture sul ‘repertorio degli usi del suolo’, che è aggiornato al 2009, immaginando per ogni opera una sezione costante, a partire dalle indicazioni contenute nel Codice delle infrastrutture. Per gli interventi che comportano l’adeguamento di strade già esistenti, com’è il caso delle due provinciali Cassanese e Rivoltana, abbiamo immaginato di aggiungere all’esistente una corsia in più, misurando la differenza”.
I finanziamenti pubblici concessi nel corso del 2013 e del 2014 dalla Banca europea degli investimenti (BEI, vedi servizio a p. 39), per un totale di 1,4 miliardi di euro, hanno di fatto ipotecato il futuro dell’Est milanese: sono arrivate le risorse finanziarie necessaria a completare la Tangenziale Est esterna di Milano e la “direttissima” Brescia-Bergamo-Milano (secondo il cronogramma ufficiale, che consultammo a luglio 2012 quando a mille giorni da Expo dedicammo la copertina di Ae 141 all’“Exboh”, avrebbe dovuto essere aperta da dicembre 2013...). È ancora dubbio, invece, il completamento della Pedemontana Lombarda, che da sola vale quasi 550 ettari di suoli agricoli, naturali o verdi, in cinque province (Milano, Monza e Brianza, Como, Varese e Bergamo): “È pronto il progetto esecutivo della tratta ‘B1’, quella che dovrebbe collegare Lomazzo, lo svincolo costruito sul bosco della Moronera, alla Ss 35, la Milano-Meda -spiega Damiano Di Simine-. Per risparmiare, però, hanno tolto tutte le opere complementari, compreso il collegamento con la Novedratese. Ciò significa che tutto il traffico verrebbe veicolato sulla Milano-Meda, che non può sopportarlo”. A inizio marzo in consiglio regionale è stata presentata -dal M5S- una mozione che chiede lo stop alla Pedemontana, limitandola alla tratta “A” -quella fino a Lomazzo- ormai praticamente completata. Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, ha invece chiesto al ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi di “defiscalizzare” l’opera, scontando quasi mezzo miliardo di euro di tasse. Un altro contributo pubblico a chi distrugge suolo per sempre. ---
Meno quattrocento
Dal primo aprile 2014 ci separano meno di quattrocento giorni da Expo. L’Esposizione universale (expo2015.org) è in programma dal 1° maggio al 31 ottobre 2015. I Paesi iscritti a partecipare sono 144. Per rendere possibile la manifestazione, si renderanno necessari “giorni e notti di lavoro”, come ha ricordato Giuseppe Sala -Commissario unico delegato del Governo per Expo Milano 2015 e amministratore delegato di Expo 2015 spa- partecipando a inizio marzo a una tavola rotonda promossa dalla Fondazione del Corriere della Sera. Fa riferimento ai lavori per completare la piastra espositiva, ovvero l’allestimento dell’area che ospiterà i padiglioni dell’Expo. Secondo la newsletter Appalti Expo di Confindustria del 28 dicembre 2013, lo stato d’avanzamento dei lavori di “rimozione delle interferenze”, propedeutici alla realizzazione della piastra espositiva, in quel momento era al 58%, mentre secondo il cronoprogramma di aprile 2010 avrebbero dovuto essere terminati a luglio 2012 (e secondo il cronoprogramma di luglio 2012, entro novembre 2013). La situazione è “drammatica”, invece, per alcune delle opere “connesse” ad Expo: le due nuove linee metropolitane di Milano, M4 e M5, non saranno pronte in tempo per la manifestazione. Verrà così a mancare il collegamento su ferro tra l’aeroporto di Linate e il sito espositivo. Per quanto riguarda le autostrade, verrà inaugurata in tempo per Expo la Brescia-Bergamo-Milano. Della Pedemontana lombarda saranno completati -al più- i lotti A e B. Nulla da fare nemmeno per la Tangenziale Est esterna di Milano.
Buongiorno Milano!
Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia, spiega che dopo il 31 ottobre 2015 il sito Expo dovrà essere “rempito di contenuti”, “per non lasciarlo abbandonato”. L’idea di Regione Lombardia, che con il Comune di Milano, Fondazione Fiera, Comune di Rho e Provincia di Milano è socio di Arexpo spa (arexpo.it), la società proprietaria del sito espositivo, è di realizzare su una parte dell’area un nuovo stadio. E l’Ac Milan ha manifestato la volontà di realizzare l’intervento. Nel corso del confronto “Milano com’è e come sarà”, promosso dalla Fondazione Corriere della Sera, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia non ha risposto a Maroni. Eppure, i milanesi avevano votato nel 2011 “la conservazione integrale del parco agroalimentare che sarà realizzato sul sito Expo 2015”.
Agricoltura e suolo, però, sono due termini e due concetti che non s’incontrano mai lungo e il cardo e il decumano artificiali che taglieranno il “pesce galattico”, la piastra Expo, che ha occupato -e urbanizzato- un’area verde a forma di pesce di quasi 100 ettari, nel Nord-ovest di Milano. Eppure dovrebbero camminare a braccetto. È “suolo” la parola scomoda, “quella cui Expo ha scelto di non dare importanza, una dignità” come spiega il professor Paolo Pileri, che al Politecnico di Milano insegna Progettazione urbanistica e Usi del suolo ed effetti ambientali. “Ciò che viene urbanizzato è perso per sempre -aggiunge Pileri-. Quei terreni agricoli non produrranno più cibo. Mai più”. Se ne è discusso, in questi termini, all’ultima Global Soil Week (globalsoilweek.org), promossa a Berlino da un panel di cui fanno parte la Commissione europea e numerose agenzie Onu, ma tra le sette proposte del Comitato scientifico del Comune di Milano per l’Expo (www.comitatoscientifico-expo2015.org) il suolo non trova posto. Ci sono “alimentazione e stili di vita”, “innovazione della filiera agroalimentare” e “cibo e cultura”, ma nulla che spieghi come possa esistere l’agricoltura a prescindere dai campi, da terreni agricoli coltivati. Questo perché altrimenti il Comitato -di cui fanno parte delegati dei rettori delle sette università di Milano- avrebbe dovuto riflettere anche su quel suolo che Expo ha cancellato: i conti, però, sono già stati fatti, e riguardano -in particolare- le tre opere più impattanti che nel dossier di candidatura erano indicate come “connesse ad Expo”. Sono le tre autostrade lombarde, Pedemontana, BreBeMi (Brescia-Bergamo-Milano) e Tangenziale Est esterna di Milano.
In tutto, andranno ad occupare 1.634 ettari. Di questi, solo 258 erano suoli già urbanizzati. Meno di un quarto rispetto ai ben 1.090 ettari di terreni agricoli (ben 220 dei quali verranno “sottratti” alla Provincia di Monza e Brianza, che ha già superato il 55% di superficie antropizzata, record italiano).
A questo calcolo vanno aggiunti anche 202 ettari di suoli naturali o seminaturali.
Si tratta, in larga parte, degli ultimi boschi contigui alla Brianza, come quello della Moronera, tra Lomazzo e Turate, in provincia di Como, che -come documentammo su Ae 147- ha lasciato il posto a un ottovolante autostradale, lo svincolo d’interconnessione tra la Pedemontana e l’A9. Un singolo albero assorbe, ogni anno, tra i 20 e i 45 chilomgrammi di CO2.
“Nel Nord Milano un bosco conta più di un terreno agricolo. Perché coltivare in quelle zone non irrigue è più difficile” spiega Damiamo Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia. Quella descritta da Di Simine è una misurazione qualitativa, che fa riferimento al concetto di Land Capability Classification (LCC), e a una Carta regionale che descrive la Capacità d’uso dei suoli. Le “classi” sono otto, e le prime quattro indicano i suoli adatti all’agricoltura: “A Sud di Milano la qualità è ottima, cioè appartiene alle prime due classi, dov’esiste il Parco agricolo Sud Milano, ma mantiene le stesse caratteristiche anche ad Est, nella zona di Bussero, Gorgonzola, Melzo” spiega Paolo Pileri.
Proprio all’Est milanese fanno riferimento la grande foto in apertura e le due che illustrano queste pagine, scattate tra settembre e dicembre 2013 sui cantieri di BreBeMi e Tangenziale Est esterna di Milano. A partire dall’analisi della LCC e della dieta tipo di un italiano adulto, Paolo Pileri ha calcolato che “ogni ettaro sottratto all’agricoltura, in quest’area, comporta il venir meno della capacità di produrre cibo per soddisfare l’esigenza di sei persone”. A ciò si aggiunge, anche, un danno economico: l’impermeabilizzazione dei suoli -spiega ancora Pileri- “modifica la capacità del territorio di rispondere agli agenti atmosferici: il ‘valore’ del drenaggio dell’acque realizzato da un ettaro di suolo agricolo o naturale -secondo le analisi presentate all’ultima Global Soil Week- equivale a un costo di 6.500 euro all’anno”.
Sommando 1.090 ettari di terreni agricoli e 202 di suoli naturali “coperti” dal cemento delle autostrade, e almeno 80 ettari dell’area che ospiterà Expo tra Milano e Rho (e che erano terreni agricoli in classe III e IV, secondo la Capacità d’uso dei suoli) fanno un costo di gestione delle acque non più assorbite pari a circa 9 milioni di euro all’anno.
Viene da chiedersi se chi ha disegnato i progetti delle grandi infrastrutture sul territorio lombardo abbia utilizzato la Carta della Land Capability Classification o solo quella del “reportorio degli usi del suolo”. Entrambe si trovano sul sito dell’Ersaf (l’Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste, ersaf.lombardia.it). La seconda -DUSAF, destinazione d’uso dei suoli agricoli e forestali- è stata alla base del calcolo quantitativo realizzato da Stefano Salata, ricercatore del Politecnico di Milano e co-autore con Silvia Ronchi -per il Centro di ricerca sui consumi di suolo (www.consumosuolo.org)- dell’approfondimento sull’impatto delle infrastrutture Expo: “Abbiamo calato il disegno delle infrastrutture sul ‘repertorio degli usi del suolo’, che è aggiornato al 2009, immaginando per ogni opera una sezione costante, a partire dalle indicazioni contenute nel Codice delle infrastrutture. Per gli interventi che comportano l’adeguamento di strade già esistenti, com’è il caso delle due provinciali Cassanese e Rivoltana, abbiamo immaginato di aggiungere all’esistente una corsia in più, misurando la differenza”.
I finanziamenti pubblici concessi nel corso del 2013 e del 2014 dalla Banca europea degli investimenti (BEI, vedi servizio a p. 39), per un totale di 1,4 miliardi di euro, hanno di fatto ipotecato il futuro dell’Est milanese: sono arrivate le risorse finanziarie necessaria a completare la Tangenziale Est esterna di Milano e la “direttissima” Brescia-Bergamo-Milano (secondo il cronogramma ufficiale, che consultammo a luglio 2012 quando a mille giorni da Expo dedicammo la copertina di Ae 141 all’“Exboh”, avrebbe dovuto essere aperta da dicembre 2013...). È ancora dubbio, invece, il completamento della Pedemontana Lombarda, che da sola vale quasi 550 ettari di suoli agricoli, naturali o verdi, in cinque province (Milano, Monza e Brianza, Como, Varese e Bergamo): “È pronto il progetto esecutivo della tratta ‘B1’, quella che dovrebbe collegare Lomazzo, lo svincolo costruito sul bosco della Moronera, alla Ss 35, la Milano-Meda -spiega Damiano Di Simine-. Per risparmiare, però, hanno tolto tutte le opere complementari, compreso il collegamento con la Novedratese. Ciò significa che tutto il traffico verrebbe veicolato sulla Milano-Meda, che non può sopportarlo”. A inizio marzo in consiglio regionale è stata presentata -dal M5S- una mozione che chiede lo stop alla Pedemontana, limitandola alla tratta “A” -quella fino a Lomazzo- ormai praticamente completata. Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, ha invece chiesto al ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi di “defiscalizzare” l’opera, scontando quasi mezzo miliardo di euro di tasse. Un altro contributo pubblico a chi distrugge suolo per sempre. ---
Meno quattrocento
Dal primo aprile 2014 ci separano meno di quattrocento giorni da Expo. L’Esposizione universale (expo2015.org) è in programma dal 1° maggio al 31 ottobre 2015. I Paesi iscritti a partecipare sono 144. Per rendere possibile la manifestazione, si renderanno necessari “giorni e notti di lavoro”, come ha ricordato Giuseppe Sala -Commissario unico delegato del Governo per Expo Milano 2015 e amministratore delegato di Expo 2015 spa- partecipando a inizio marzo a una tavola rotonda promossa dalla Fondazione del Corriere della Sera. Fa riferimento ai lavori per completare la piastra espositiva, ovvero l’allestimento dell’area che ospiterà i padiglioni dell’Expo. Secondo la newsletter Appalti Expo di Confindustria del 28 dicembre 2013, lo stato d’avanzamento dei lavori di “rimozione delle interferenze”, propedeutici alla realizzazione della piastra espositiva, in quel momento era al 58%, mentre secondo il cronoprogramma di aprile 2010 avrebbero dovuto essere terminati a luglio 2012 (e secondo il cronoprogramma di luglio 2012, entro novembre 2013). La situazione è “drammatica”, invece, per alcune delle opere “connesse” ad Expo: le due nuove linee metropolitane di Milano, M4 e M5, non saranno pronte in tempo per la manifestazione. Verrà così a mancare il collegamento su ferro tra l’aeroporto di Linate e il sito espositivo. Per quanto riguarda le autostrade, verrà inaugurata in tempo per Expo la Brescia-Bergamo-Milano. Della Pedemontana lombarda saranno completati -al più- i lotti A e B. Nulla da fare nemmeno per la Tangenziale Est esterna di Milano.
Buongiorno Milano!
Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia, spiega che dopo il 31 ottobre 2015 il sito Expo dovrà essere “rempito di contenuti”, “per non lasciarlo abbandonato”. L’idea di Regione Lombardia, che con il Comune di Milano, Fondazione Fiera, Comune di Rho e Provincia di Milano è socio di Arexpo spa (arexpo.it), la società proprietaria del sito espositivo, è di realizzare su una parte dell’area un nuovo stadio. E l’Ac Milan ha manifestato la volontà di realizzare l’intervento. Nel corso del confronto “Milano com’è e come sarà”, promosso dalla Fondazione Corriere della Sera, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia non ha risposto a Maroni. Eppure, i milanesi avevano votato nel 2011 “la conservazione integrale del parco agroalimentare che sarà realizzato sul sito Expo 2015”.
Archivio Dedalus
SABATO 14 GIUGNO h. 17.30 all'interno della Biblioteca Chiesa Rossa Via San Domenico Savio 3
"La poesia è politica?" reading aperto a tutti e dibattito a cura di Archivio Dedalus e I Mille Volti - VIS
"La poesia è politica?" reading aperto a tutti e dibattito a cura di Archivio Dedalus e I Mille Volti - VIS
LA POESIA È POLITICA?
Nessuno ignora la funzione del poeta nella struttura della
società esistente o in evoluzione. L'importanza di un
Baudelaire, di un Mallarmé, di un Rimbaud, come
costruttori di un "modo" di vita nella compagine
nazionale francese, è oggi più evidente che non ai
contemporanei, quando si poteva pensare che la loro
poesia non fosse che una sinuosa avanguardia letteraria,
rifrazione di una lingua costretta a piegarsi a sintassi
liriche provvisorie. Riconosce il politico questa forza
attiva del poeta nella società?
Salvatore Quasimodo, Lettura Nobel, 11 Dicembre 1959
Il filo che tiene insieme due emisferi apparentemente distanti come la poesia e la politica è impercettibile, ma resistente. Si tratta, forse, di dipanarne i capi e vedere se mai ci siano dei nodi a congiungere l’uno all’altro, qualche giuntura che ne rivendichi una più stretta e speculare parentela. Questo si può fare ora: mettere un punto interrogativo al termine della frase, sollevare un problema, un sospetto: provocare, se possibile, una reazione. Magari iniziando in questa occasione attraverso le riflessioni in versi di alcuni maestri del passato, da Dante ai recentissimi, ai quali ognuno potrà affiancare altri autori: lanciamo pochi sassi nel dirupo, attendendo che si alzi qualche voce.
Salvatore Quasimodo, Lettura Nobel, 11 Dicembre 1959
Il filo che tiene insieme due emisferi apparentemente distanti come la poesia e la politica è impercettibile, ma resistente. Si tratta, forse, di dipanarne i capi e vedere se mai ci siano dei nodi a congiungere l’uno all’altro, qualche giuntura che ne rivendichi una più stretta e speculare parentela. Questo si può fare ora: mettere un punto interrogativo al termine della frase, sollevare un problema, un sospetto: provocare, se possibile, una reazione. Magari iniziando in questa occasione attraverso le riflessioni in versi di alcuni maestri del passato, da Dante ai recentissimi, ai quali ognuno potrà affiancare altri autori: lanciamo pochi sassi nel dirupo, attendendo che si alzi qualche voce.
I
Cosa intendiamo oggi con “politica”? Quale percezione ne abbiamo? Sicuramente nel nostro tempo la politica arriva quasi a coincidere con l’economia, un’economia insana, alterata, che vira viziosamente all’unico stato di business. Il poeta cosa guarda? Spesso ciò che guarda anche il politico ma da una prospettiva diversa, relaziona sempre il minimo al tutto: il problema della fame o quello dell’uguaglianza civile, ad esempio, hanno per il poeta un interesse esistenziale, come in Raboni
(...)
Sia detto, amici, una volta per tutte: a correre rischi non è soltanto la credibilità della nazione o l’incerta, dubitabile essenza
che chiamiamo democrazia, qui in gioco c’e la storia che ci resta, il poco che manca da qui alla morte.
Politico e poeta, in quanto esseri umani, si interessano degli stessi problemi, prendendone in considerazione però aspetti diversi. Anche quando il poeta tace o elude la sua appartenenza sociale, compie una scelta, prende una posizione. La Divina Commedia rappresenta in questo senso un esaustivo campione di sincronicità tra vita spirituale e vita civile: l’uomo compie un percorso sempre attraverso dei passaggi di ascensus e descensus e Dante è insieme poeta e politico, testimone della storia e della metastoria, identità bifronte inscindibile in cui ognuna delle due facce interroga il reale del viaggio con parole diverse. Se nel viaggio spirituale Dante può contare sulla praesentia costante ed escatologica di Virgilio e Beatrice, in quello civile manca un valido punto di riferimento, un gubernator che drizzi la rotta del Paese, come recrimina in Purgato, VI, 76-78:
Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!
In politica è importante promettere, ostentare, rassicurare. Il poeta, spesso, sa di non poter promettere nulla, non offre compassione. Chiede però all’uomo una partecipazione collettiva, simpatica, uni-versale alla comunicazione della propria scoperta: “Non chiederci la parola...” scriveva Eugenio Montale nel 1923, come un rifiuto di ogni possibilità di inequivocabile certezza, di positiva asserzione nella lettura delle fondamenta umane. Ma quel “noi” utilizzato dal poeta prende su di sé tutto il peso della nostra debolezza, e ci chiede di “essere insieme”, di accogliere solidalmente il paradosso dell’esistenza.
E la collettività richiede irrevocabilmente un impegno di politica compartecipazione alla vita, di riconoscimento dell’altro in quanto co-emittente e insieme co-destinatario della nostra socialità in ogni centimetro della sua microcircolazione: dalla nascita alla morte, tutti siamo legati da un vincolo invisibile di comune destinazione. Per questo si può dire, con Edoardo Sanguineti, che è politica tutto, ma anche che a questo mondo, non è poi tutto, invece, la politica.
Cosa intendiamo oggi con “politica”? Quale percezione ne abbiamo? Sicuramente nel nostro tempo la politica arriva quasi a coincidere con l’economia, un’economia insana, alterata, che vira viziosamente all’unico stato di business. Il poeta cosa guarda? Spesso ciò che guarda anche il politico ma da una prospettiva diversa, relaziona sempre il minimo al tutto: il problema della fame o quello dell’uguaglianza civile, ad esempio, hanno per il poeta un interesse esistenziale, come in Raboni
(...)
Sia detto, amici, una volta per tutte: a correre rischi non è soltanto la credibilità della nazione o l’incerta, dubitabile essenza
che chiamiamo democrazia, qui in gioco c’e la storia che ci resta, il poco che manca da qui alla morte.
Politico e poeta, in quanto esseri umani, si interessano degli stessi problemi, prendendone in considerazione però aspetti diversi. Anche quando il poeta tace o elude la sua appartenenza sociale, compie una scelta, prende una posizione. La Divina Commedia rappresenta in questo senso un esaustivo campione di sincronicità tra vita spirituale e vita civile: l’uomo compie un percorso sempre attraverso dei passaggi di ascensus e descensus e Dante è insieme poeta e politico, testimone della storia e della metastoria, identità bifronte inscindibile in cui ognuna delle due facce interroga il reale del viaggio con parole diverse. Se nel viaggio spirituale Dante può contare sulla praesentia costante ed escatologica di Virgilio e Beatrice, in quello civile manca un valido punto di riferimento, un gubernator che drizzi la rotta del Paese, come recrimina in Purgato, VI, 76-78:
Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!
In politica è importante promettere, ostentare, rassicurare. Il poeta, spesso, sa di non poter promettere nulla, non offre compassione. Chiede però all’uomo una partecipazione collettiva, simpatica, uni-versale alla comunicazione della propria scoperta: “Non chiederci la parola...” scriveva Eugenio Montale nel 1923, come un rifiuto di ogni possibilità di inequivocabile certezza, di positiva asserzione nella lettura delle fondamenta umane. Ma quel “noi” utilizzato dal poeta prende su di sé tutto il peso della nostra debolezza, e ci chiede di “essere insieme”, di accogliere solidalmente il paradosso dell’esistenza.
E la collettività richiede irrevocabilmente un impegno di politica compartecipazione alla vita, di riconoscimento dell’altro in quanto co-emittente e insieme co-destinatario della nostra socialità in ogni centimetro della sua microcircolazione: dalla nascita alla morte, tutti siamo legati da un vincolo invisibile di comune destinazione. Per questo si può dire, con Edoardo Sanguineti, che è politica tutto, ma anche che a questo mondo, non è poi tutto, invece, la politica.
II
«Tu? Non sei dei nostri.
Non ti sei bruciato come noi al fuoco della lotta
quando divampava e ardevano nel rogo bene e male»
(...)
«E' difficile spiegarti. Ma sappi che il cammino
per me era più lungo che per voi
e passava da altre parti»
Questo frammento di dialogo, estratto da “Presso il Bisenzio” di Mario Luzi (Nel magma), è
una delle più riuscite rappresentazioni metapoetiche della grande dicotomia tra politica e poesia.
Nel testo luziano abbiamo un “quattro contro uno” in cui l’inferiorità numerica pesa sul poeta
che deve giustificare ai suoi interlocutori (che sembrano avere i tratti somatici e spirituali dei
“resistenti partigiani”, di coloro che hanno fatto la lotta quando il Paese lo richiedeva) il motivo
della propria assenza dai ranghi della storia. La risposta del poeta è già di per sé un manifesto
poetico: non si tratta di assenteismo o di rinuncia, non è una ritirata strategica dal dovere. La sua
testimonianza esiste, come la sua lotta, ma a volte passa «da altre parti», richiede una geografia
del combattimento tutta per sé, tutta a parte. Ed è la geografia della parola. Alcuni poeti hanno
partecipato attivamente alla critica politica italiana, europea o mondiale. Altri hanno scelto
posizioni diverse, sono rimasti di vedetta, sulla soglia, hanno parlato di altro o in altro modo.
Ma anche in questo caso sono stati uomini e cittadini, hanno portato testimonianza di una
solitudine che non è, però, solitaria, ma che si ricollega alle altre. Sempre. Per questo è possibile
avvicinare le parole di un poeta engagé come Neruda
Portava il popolo le sue bandiere rosse
e tra la gente sulle pietre che calcava
io mi trovai, nel giorno strepitoso
e sulle alte canzoni della lotta.
a quelle di Leopardi, che così scrive ne La ginestra
e sulle alte canzoni della lotta.
a quelle di Leopardi, che così scrive ne La ginestra
E quell'orror che primo
Contra l'empia natura
Strinse i mortali in social catena,
Fia ricondotto in parte
Da verace saper, l'onesto e il retto
Conversar cittadino,
E giustizia e pietade, altra radice
Avranno allor che non superbe fole
Cambiano gli scenari, si spostano sensibilmente gli assi sulle linee spazio-temporali, ma
entrambi gli autori ribadiscono la propria salda appartenenza sociale: pragmatica e impegnata in
Neruda, più cosmica e filogenetica in Giacomo Leopardi. Da Foscolo a D’Annunzio a Pasolini,
da Berchet a Ginsberg e a Hikmet, passando per Amelia Rosselli come per Alessandro
Manzoni: temperature fisiologiche e spirituali spesso diverse, a volte inconciliabili, ma sempre
consapevoli di dover mettere l’uomo al centro di un progetto più grande, di una adesione che è,
anche se talvolta tacitamente, politica, viscerale, consanguinea.
“Homo sum, humani nihil a me alienum puto (Sono un essere umano, nulla che sia umano mi è estraneo)”: sono parole di Publio Terenzio Afro (165 a.C!). Eppure come suonano vicine a noi, al nostro tempo, ai versi di un poeta come Pasolini, assoluto protagonista nel secolo scorso, impegnato tanto nella poesia quanto nella politica, in un’Italia che aveva appena scoperto la televisione, il cinema, la “comunicazione di massa” (e che dunque “preparava” la nostra...):
Nella vita che è vita perché assunta nella nostra ragione e costruita
per il nostro passaggio - e ora giunta a essere altra, oltre il nostro accanito difenderla - aspetta - cantando supino, accampato nei nostri quartieri
a lui sconosciuti, e pronto fino
dalle più fresche e inanimate ère -
il popolo: muta in lui l'uomo il destino.
Partiamo da qui, con poche parole, e formuliamo la nostra prima domanda: è possibile, oggi, un punto di contatto tra la poesia e la politica? L’Archivio Dedalus si propone come luogo di incontro e dibattito, come punto di partenza per la costruzione di un dialogo ora più che mai urgente.
“Homo sum, humani nihil a me alienum puto (Sono un essere umano, nulla che sia umano mi è estraneo)”: sono parole di Publio Terenzio Afro (165 a.C!). Eppure come suonano vicine a noi, al nostro tempo, ai versi di un poeta come Pasolini, assoluto protagonista nel secolo scorso, impegnato tanto nella poesia quanto nella politica, in un’Italia che aveva appena scoperto la televisione, il cinema, la “comunicazione di massa” (e che dunque “preparava” la nostra...):
Nella vita che è vita perché assunta nella nostra ragione e costruita
per il nostro passaggio - e ora giunta a essere altra, oltre il nostro accanito difenderla - aspetta - cantando supino, accampato nei nostri quartieri
a lui sconosciuti, e pronto fino
dalle più fresche e inanimate ère -
il popolo: muta in lui l'uomo il destino.
Partiamo da qui, con poche parole, e formuliamo la nostra prima domanda: è possibile, oggi, un punto di contatto tra la poesia e la politica? L’Archivio Dedalus si propone come luogo di incontro e dibattito, come punto di partenza per la costruzione di un dialogo ora più che mai urgente.
Assileassime alla Festa Popolare 2014
ASSOCIAZIONE CULTURALE ASSILEASSIME
MANO NELLA MANO TRA ITALIA E AFRICA
DANZA, MUSICA, CULTURA, SCAMBIO, INTEGRAZIONE
Anche quest'anno ASSILEASSIME sarà presente alla FESTA POPOLARE
non mancate ai nostri appuntamenti:
VENERDI' 13 -ore 18
DANZA/GIOCO PER BAMBINI CON
PERCUSSIONI AFRICANE
TUTTI I BAMBINI SONO INVITATI
IN TOGO per ballare, cantare e suonare insieme a due zii un po' particolari e
soprattutto...marroni!
Ci divertiremo giocando con i
ritmi africani e assisteremo a un'esibizione sui trampoli e alla danza del
fuoco.
DOMENICA 15 – ore 15
LABORATORIO DI PERCUSSIONI
AFRICANE
VOGLIA DI RITMO? LO CREIAMO
INSIEME! Il maestro Ziko, direttamente dal Togo, vi guiderà in un viaggio tra
le percussioni e i canti tradizionali dell'Africa Occidentale. La lezione è
aperta a tutti, grandi e piccoli, principianti o esperti, unico requisito...la
voglia di creare un ritmo insieme! Non avete il tamburo? Ve lo forniamo noi! E'
tutto gratis...
DOMENICA 15 – ore 17
LEZIONE APERTA DI DANZA
AFRICANA CON PERCUSSIONI DAL VIVO
IL TAM TAM CHIAMA E NOI
INIZIAMO A BALLARE! I suoni dell'Africa invaderanno il parco e vi inviteranno a
lasciarvi andare per un'ora di danza che fa bene al corpo e all'anima. La
lezione gratuita è aperta a tutti coloro che hanno voglia di ballare e
avvicinarsi alla tradizione africana, con il maestro Dotcha, con l'energia del
Togo e le percussioni dal vivo.
Saremo presenti anche per
tutte le giornate della festa con il nostro banchetto che propone artigianato
togolese, bigiotteria, tessuti, abbigliamento, ecc., con ricavato a sostegno
degli artisti del Centro Assileassime du Togo (Lomè) e volantini informativi su
tutte le nostre attività (corsi, stage, laboratori, ecc.).
Circolo dei Talenti - il campo estivo
Milano 10 maggio 2014
PROGETTAZIONE
per una CENTRO ESTIVO AUTO ORGANIZZATO E AUTOGESTITO
AL CIRCOLO
DEI TALENTI
Nasce dalle mamme del Circolo dei Talenti la
proposta di riunire un gruppo di mamme e papà con l’intento di formare un
gruppo coeso e solidale per affrontare la condivisione e la gestione dei bambini
dopo la fine della scuola. Non nasce a caso al Circolo dei Talenti, dopo il
percorso di un anno intero di semina che il circolo ha fatto con un gruppo di
mamme che frequentano normalmente il circolo e da cui è nata anche un
associazione di promozione della pari opportunità e della conciliazione dei
tempi; ma soprattutto dopo la
ricerca condotta della psicologa Daniela
Marzano dall’Università Cattolica di Milano che ha riscontrato nei suoi risultati,
il circolo possedere una principale e forte risorsa che è quella favorire le
relazioni.
Si uniscono subito a progettare insieme al
gruppo la Biblioteca Chiesa Rosa nella figura del responsabile Pasquale La
Torre che come l’anno scorso aveva ospitato e sostenuto il centro estivo auto
organizzato della Banca del Tempo 4 Corti e Viviana De Filippis della
Banca del Tempo 4 Corti proprio
per portare l’esperienza trascorsa dell’anno precedente.
Le possibilità di riuscita su più settimane
autogestite sono potenzialmente molte, grazie alla forte motivazione del gruppo
di mamme che si è unito in questo intento nella riunione del 7 maggio;
le disponibilità esposte da
ogni singola mamma e la volontà di essere partecipi e costruttrici dell’intero
percorso di progettazione e della buona riuscita delle settimane del centro è
stata sopra ogni migliore aspettativa.
Di questo si deve dar merito soprattutto a
Emy la mamma (e socia del circolo sin dalle prime luci) che più fortemente ha
voluto insieme a Raffaele Tizi del Circolo incominciare questo percorso, che ha
riscosso un attestato di stima e fiducia da parte delle mamme presenti.
Un programma tutto da costruire e definire,
anche grazie all’aiuto delle associazioni di zona riunite nella Retecinque a
cui è stato chiesto la disponibilità di dedicare due ore a settimana con le
proprie professionalità, curiosità, laboratori ecc. per proporre appunto
attività ai bambini del centro estivo.
Gli obiettivi che daremo nella definizione
del nostro centro estivo sono ancora tutti da definire di sicuro far crescere anche nel gruppo dei
bambini quel percorso di aiuto reciproco
che già si è innescato nel gruppo mamme.
Le settimane di copertura le andremo a definire
nelle prossime riunioni, la prossima è già fissata per martedì 13 maggio ore 17
al circolo.
STRUTTURA DELLE SETTIMANE E
ATTIVITA’
I primi giorni saranno dedicati
all’affiatamento del gruppo bambini.
I primi laboratori saranno quelli dedicati
all’ideazione e realizzazione di magliette identificative del CENTRO ESTIVO DEL
CIRCOLO.
Altri Laboratori artistici di creazione di
oggetti per la vendita nel mercatino di fine mese (collane, fascette
decorative, bicchieri di sale colorato, murales su pannelli, Tempere e pennelli).
I bambini del centro estivo saranno dunque
gli organizzatori del mercatino PULCI e PULCINI di domenica 29 giugno e 13
luglio con la proposta degli oggetti realizzati nei laboratori.
Una mattinata andranno al Parco del Ticinello
e cuoceranno la pizza fatta da loro nel forno a legna.
E poi molto altro ancora …. Tutto da definire …..
PER
CONCLUDERE
VACANZA
CONDIVISA ?
I mille volti - VIS
CHE COS’ HA DA DIRVI IL GRUPPO
“I Mille Volti” di VIS?
Maria
Teresa Mosconi, nata a Padova da genitori lombardi, ha studiato Lettere e
insegnato alla Scuola Media. A 14 anni, in gara col padre, scrive poesie.
Prevalgono
nei suoi scritti una sensibilità dolcissima e forte allo stesso tempo ed un
gusto per la parola e la musica, che l’ha portata a ricerche semantiche e
fonetiche moderne e interessanti. Maria Teresa coniuga alla poesia la prosa,
specie quella d’arte su pittori e scultori, dove emerge un suo libero
divertirsi nel passare lieve e deciso da un linguaggio a un altro, intuendo e
criticando.
In
lei, fascinosamente si integrano intimismo autobiografico e amore fraterno per
gli altri, i diversamente abili, in particolare. Maria Teresa è madre di
Enrico, ragazzo spastico, poeta anch’egli, deceduto nel 2009, con il quale ha
creato da vent’ anni un Laboratorio di poesia e prosa per disabili e non, che
leggono in pubblico, collegandosi alla Pittura e alla Musica, i loro elaborati.
Radice di esso è l’associazione milanese VIS (Volontari per La Inclusione Sociale).
Il Gruppo d’Arte "I Mille Volti" accoglie al suo interno
numerosi ragazzi disabili e non, liberamente collegati in un percorso artistico
di poesia e prosa, finalizzato a una crescita sociale e culturale quanto mai
ricca e suggestiva.
Esso si è formato nel 1994 e lo sprone più significativo gli è
giunto dall' Associazione "Orizzonti oltre l'handicap", che, sorta a
Milano nel 1992 ad opera di Angelo Fasani, ha tra le sue finalità quella di
elevare la cultura dell'handicap e di riconoscere in chi vive situazioni di
disagio doni e doti speciali nascoste ai più.
Tale gruppo attua quindicinali riunioni di Laboratorio, finalizzati
ad incontri di lettura in biblioteche comunali, centri sociali, parrocchie e
circoli culturali. Ha al suo attivo numerosi riconoscimenti e premi, ha
realizzato sei lavori antologici – di cui l’ultimo è “Un soffio di luce”, Ed. A
Archivio Dedalus di Vincenzo Pezzella, Milano 2012, numerosi Calendari e
Quaderni ad opera di Livia Corona e
fa conoscere i suoi testi attraverso riviste, abbinando spesso i suggestivi
messaggi di musica, pittura e fotografia. “I Mille Volti” si sono inseriti da
anni in gruppi socio culturali della città, quali “I Poeti dell’Ariete” di
Gabriele Cavagna e “Echi del Mondo” di Argene Madeddu.
Da tale contesto, sono migliorati il benessere psico-fisico, le
capacità espressivo-stilistiche e la voglia comunicativa.
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